Macroscuola

Concorso Macroscuola – La scuola che vorrei: due progetti di edilizia scolastica realizzati dagli allievi dell’Istituto Comprensivo “A.Doria” di Novi Ligure

Valentina Bianchi: un lavoro entusiasmante per studenti e docenti premiato a livello regionale.

Negli ultimi anni il tema del rinnovo del patrimonio edilizio scolastico ha assunto una rilevanza strategica, sia per la qualità dei servizi che per la sicurezza. Realizzare nuovi edifici scolastici o rinnovare gli esistenti è un’esigenza per favorire una migliore formazione delle nuove generazioni e garantire lo sviluppo sociale del territorio. Sono, queste, le finalità del concorso di idee “Macroscuola” bandito da ANCE GIOVANI giunto alla quinta edizione e rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado. Il bando prevedeva la realizzazione di un progetto relativo ad un edificio scolastico pensato e redatto dagli studenti.

Le classi 3a sez. B e 3 a  sez. E dell’Istituto Comprensivo di primo grado “Andrea Doria” di Novi Ligure hanno conseguito il punteggio migliore fra tutte quelle partecipanti a livello regionale presentando due progetti realizzati nel periodo del lockdown, con il coinvolgimento delle famiglie e degli insegnanti.

“Gli allievi – sottolinea Valentina Bianchi, novese e Vice presidente nazionale del Gruppo Giovani ANCE – dopo aver studiato alcuni esempi di scuole moderne italiane ed europee hanno concretizzato le loro idee, la loro immaginazione e il loro entusiasmo in due distinti progetti, evidenziando le loro esigenze e curando i particolari di tutti gli ambiti”.

Infatti, il progetto della scuola ideato dalla 3a sez. B ha una forma a ferro di cavallo con, al primo piano, gli uffici scolastici e le aree di svago, al secondo piano le aule dove gli studenti potranno spostarsi di ora in ora. Le pareti esterne sono rivestite da uno strato isolante di stiferite mentre quelle interne, e i loro divisori, saranno isolate dal poroton. Il controsoffitto, invece, sarà isolato da paglia addizionata a sostanze ignifughe. Per gli intonaci si useranno idropitture biodegradabili e ignifughe mentre pannelli solari e fotovoltaici immagazzineranno negli accumulatori l’energia elettrica raccolta. Poiché l’edificio è previsto fuori dal centro urbano, l’istituto sarà dotato di bus elettrico o ibrido per favorire gli studenti distanti dalla scuola.

Il progetto della 3a sez. E, invece, ha una pianta classica con spazi rettangolari e quadrangolari  ed individua la scuola come un contenitore di varie attività. Alle aule vengono affiancati spazi per lo sport, una biblioteca con postazioni internet, un giardino esterno con orto e serre e un punto di ristoro specializzato in somministrazione di prodotti non confezionati nell’ottica di salvaguardia dell’ambiente. Al centro del cortile interno dell’edificio si svilupperà un grande albero e i tetti saranno frequentabili come giardini. Sarà una scuola senza carta, sostituita da tablet e dispositivi elettronici e sarà anche senza plastica perché i frequentatori verranno dotati di una borraccia di vetro o metallo riempibili da appositi distributori all’ingresso dell’edificio. I giovani progettisti hanno pensato anche ai banchi, non più singoli ma uniti a gruppi in modo da formare esagoni con incastro a puzzle. Il registro elettronico utilizzerà badge per rilevare presenze ed assenze. Secondo gli studenti sarà una scuola ecologica e immersa nel verde; sicura per l’utilizzo di materiali contro il rischio di incendio e sistemi antisismici; allegra per i colori degli infissi, dei mobili e delle pareti; dinamica per la presenza di laboratori di arte, musica, teatro, scienze, informatica e lingue straniere.

“E’ stato un lavoro entusiasmante – afferma Valentina Bianchi – svolto con l’aiuto e la passione delle insegnanti Erika Criscenzo e Elisabetta Macciò, ricercando e studiando a livello nazionale ed internazionale progetti già esistenti. Per questo viene spontaneo sottolineare che si tratta di opere realizzabili anche da noi. La recente pandemìa ha confermato la necessità di porre mano a edifici che non corrispondono più alle necessità di studenti e insegnanti in una società che è già cambiata e che richiede attenzione, strumenti innovativi e ambienti accoglienti. E’ auspicabile che l’esempio di Novi possa trovare adeguato interesse anche in altre realtà provinciali, come è avvenuto nell’ambito della macroregione in cui è stato ideato il concorso cinque anni fa”.

La vice presidente nazionale dei Giovani costruttori ANCE sottolinea anche la speranza di poter avere scuole che corrispondano alle tipologie ideate dai giovani del “Doria” di Novi, “che tutelino la salute di studenti e insegnanti, favorendo una crescita armoniosa e serena in ambienti sicuri di strutture che possano rimanere aperte anche tutto l’anno”.

Resta una domanda d’obbligo: si tratta di un libro dei sogni? “Credo sia auspicabile l’interessamento degli amministratori pubblici per cambiare registro nei confronti dell’edilizia scolastica – afferma Valentina Bianchi –  individuando le risorse necessarie e prioritarie per un settore che, con la sanità, rappresenta un fattore di estrema importanza per tutta la società. La ripartenza tanto auspicata può cominciare proprio dalla considerazione dei progetti innovativi che, in altri Paesi europei, sono già realtà”

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